Abstract
In questo saggio discutiamo gli effetti sulla libertà degli individui di un programma di bio-potenziamento morale imposto in modo trasparente tramite politiche pubbliche; per ridurre considerevolmente le minacce per la libertà e aumentare l’efficacia di questi interventi, alcuni autori propendono per distribuirli segretamente, somministrandoli ai cittadini senza che essi lo sappiano. Un programma segreto è però incompatibile con istituzioni giuste e perciò non è un’alternativa accettabile. Nemmeno un bio-potenziamento morale scelto dai singoli individui in modo volontario sembra risolvere i problemi. Sebbene sia più rispettoso delle libertà personali, va incontro a un paradosso: è molto probabile che chi ha più bisogno di migliorarsi moralmente abbia meno motivazioni per ricorrervi. La conclusione della discussione sarà quindi (parzialmente) aporetica.
In this paper I discuss the effects of a program of moral bio- enhancement imposed transparently through public policy on individual freedom; some authors propose to distribute these interventions secretly, administering them to citizens without their knowledge, to substantially reduce threats to freedom and increase the effectiveness of these interventions. However, a secret program is incompatible with just institutions and therefore not an acceptable alternative. Nor does a moral bio-enhancement chosen by individuals voluntarily seem to solve the problems. Although it is more respectful of personal liberties, it runs into a paradox: it is very likely that those who are most in need of moral enhancement will have less motivation to resort to it. The conclusion of this discussion will therefore be (partially) aporetic.
Valerio Magrelli è uno dei più importanti scrittori italiani della nostra contemporaneità. La sua prima raccolta poetica, Ora serrata retinae, esce nel 1980 (e poi, a seguire, Nature e Venature, Esercizi di tiptologia, Didascalie per la lettura di un giornale, Disturbi del sistema binario, Il sangue amaro). Ma nel 2003 pubblica un libro in prosa, Nel condominio di carne, che segna inesorabilmente un momento di svolta per Magrelli, aprendo all’autore anche le vie della narrativa (si pensi a La vicevita, Addio al calcio, Geologia di un padre). Un testo davvero bizzarro, centaurico, tra prosa e poesia. Questa “prosa” sembra apparire “liberata” su due diversi piani: svincolata da qualsiasi tipo di convenzione propria dei generi della narrativa e, al contempo, espulsa fisiologicamente dallo scrittore, come una sua creatura scatologica.
Valerio Magrelli is one of the most remarkable italian writers of our times. His first collection of poems, Ora serrata retinae, came out in 1980 (and then he published Nature e Venature, Esercizi di tiptologia, Didascalie per la lettura di un giornale, Disturbi del sistema binario, Il sangue amaro). But in 2003 he published a book in prose, Nel condominio di carne, which inexorably marks a turning point for Magrelli and opened the universe of prose up to its author (just think of La vicevita, Addio al calcio, Geologia di un padre). A really bizarre work, centaurian, between prose and poetry. This “prose” appears to be “liberated” on two different levels: because on the one hand it is stranger to every norm of traditional novels and on the other it is physiologically expelled by the author himself, almost as if some sort of eschatological creature.
Nei progetti lessicografici digitali viene consigliato di utilizzare gli Identificatori persistenti. In questo contributo si esplora l’opportunità di utilizzare il DOI (Digital Object Identifier) come strumento per la diffusione e promozione di un progetto lessicografico digitale, usando Crossref come agenzia di registrazione. Occorre registrare una serie di DOI, in corrispondenza dei vari livelli gerarchici con cui la banca-dati lessicografica è organizzata, prevedendo la compilazione di metadati di qualità e ricchi di informazioni, con l’obiettivo di identificare il sistema più ampio di metadati che possa favorire la diffusione del progetto e massimizzarne l’impatto.
Nell’articolo viene quindi analizzato in dettaglio il tracciato di registrazione del DOI, mettendo in evidenza le informazioni necessarie e consigliate per la diffusione, esemplificando come collocarle nel sistema di tag previsti dallo schema di registrazione.
In digital lexicographic projects, the use of persistent identifiers is recommended. This contribution explores the opportunity to adopt Digital Object Identifiers (DOIs) as a tool for the dissemination and promotion of a digital lexicographic project, utilizing Crossref as the registration agency. To achieve maximum dissemination, a series of DOIs need to be registered, corresponding to the various hierarchical levels through which the lexicon database is organized. This necessitates the compilation of high-quality metadata that is rich in information.
This article provides a detailed analysis of the DOI registration process, highlighting the necessary and recommended information for dissemination. It exemplifies how to incorporate this information into the tag system specified by the registration schema.
La prima edizione critica dei più di 1100 testi poetici intonati dai polifonisti del Trecento e del primo Quattrocento, in corso nell’ambito del progetto ERC Advanced Grant ArsNova, ha permesso di precisare il corpus dei madrigali con più ritornelli intercalati nel corpo del testo dopo i singoli terzetti, e di definirne le caratteristiche formali. L’articolo offre inoltre l’edizione critica di otto madrigali (testo poetico e testo musicale).
The first critical edition of more than 1100 poetic texts set to music by 14th- and early 15th-century polyphonists, underway as part of the ERC Advanced Grant ArsNova project, has made it possible to specify the corpus of madrigals with multiple refrains interposed in the body of the text after each tercet, and to define their formal characteristics. The article also offers the critical edition of eight madrigals (poetic text and musical text).
Il fascino e l’attenzione dei portoghesi verso le culture estremo-orientali (cinese e giapponese) risale al periodo dei viaggi marittimi (XV-XVI secolo). Da lì in avanti, fino all’epoca a noi contemporanea, vari poeti portoghesi si sono ispirati a elementi estetici o filosofico-religiosi della cultura cinese o giapponese, oppure hanno tradotto in lingua portoghese poesie cinesi o giapponesi. Nel presente lavoro intendiamo illustrare le fasi più salienti della ricezione del genere poetico giapponese haiku in Portogallo e Brasile, cercando di capirne i motivi e di mettere in risalto alcuni poeti portoghesi e brasiliani che hanno rivisitato, più o meno fedelmente, lo haiku giapponese.
The attraction and attention of the Portuguese to the eastern cultures (Chinese and Japanese) dates back to the maritime travels period (15th-16th centuries). From then on our contemporary age, many Portuguese poets were inspired by Chinese or Japanese aesthetic or philosophical-religious elements, or else they translated Chinese or Japanese poems into Portuguese language. The following work aims to present the most important moments regarding the reception of Japanese haiku genre in Portugal and Brazil, trying to understand the reasons and highlighting some Portuguese and Brazilian poets who more or less accurately revisited Japanese haikus.
Facendo riferimento alla riflessione di Marcuse, il presente saggio intende sottolineare le ambiguità che caratterizzano il concetto di tolleranza, sia nelle definizioni del pensiero liberale che nel contesto del neocapitalismo. In questo contesto, secondo Marcuse, la critica della tolleranza deve infatti porsi come una messa in discussione di ogni idea di tolleranza intesa come pluralismo acritico, nonché di ogni pretesa puramente identitaria (o anche individualistica), che non sappia collocare la propria lotta in una visione di cambiamento generale.
Referring to Marcuse's reflection, this essay intends to underline the ambiguities that characterize the concept of tolerance, both in the definitions of liberal thought and in the context of the consumer society of neo-capitalism. In this context, the critique of tolerance must therefore pose itself, for Marcuse, as a questioning of every idea of tolerance understood as a-critical pluralism, as well as of every purely identity (or even individualistic) claim, that does not place its own struggles in a general vision of change.
Il presente contributo ha per tema il nesso concettuale labirinto-inferno. Muovendo brevemente dalla sua origine arcaico-mitologica e assumendone la successiva declinazione cristiana, l’articolo approfondisce poi più propriamente la traduzione secolarizzata e in termini di fantasmagoria dello stesso. Ciò a partire dall’avvento della seconda modernità, quindi dalla transizione al capitalismo avanzato e attraverso autori di riferimento quali i surrealisti Louis Aragon e André Breton, Roger Caillois, Walter Benjamin. Infine il testo propone un’attualizzazione dell’idea labirintico-infernale nel contesto categoriale delle analisi del postmoderno fino allo scenario contemporaneo, interrogando alcuni dei problemi principali posti dalla rivoluzione digitale, la relazione immagine-realtà, le oscillazioni tra il catastrofismo tecnofobico e le utopie accelerazioniste, il dissolvimento delle fantasmagorie del presente.
This contribution deals with the conceptual nexus of the labyrinth and hell. Starting briefly from its archaic-mythological origin and assuming its subsequent Christian declination, the article then delves more specifically into its secularised translation and in terms of phantasmagoria. This starts with the advent of modernity, then the transition to advanced capitalism and through reference authors such as the surrealists Louis Aragon and André Breton, Roger Caillois and Walter Benjamin. Finally, the text proposes an actualisation of the labyrinthine-infernal idea in the categorical context of the analyses of postmodernism up to the contemporary scenario, questioning some of the main problems posed by the digital revolution, the image-reality relation, the oscillations between technophobic catastrophism and accelerationist utopias, the dissolution of the phantasmagorias of the present.
Indagine delle fonti classiche e volgari della lettera di Machiavelli a Vettori del 10 dicembre 1513, tra modelli umanistici, cultura municipale e mentalità borghese.
Study of the classical and vernacular sources of Machiavelli’s letter to Vettori of 10 December 1513, between humanistic models, municipal culture and bourgeois mentality.
Questo articolo si concentra su due costruzioni participiali del greco antico che risultano essere strettamente correlate, in quanto coincidenti in termini funzionali, ma non formali: il participio predicativo, i.e. un participio che funziona come un verbo finito, e la perifrasi composta dal participio e il verbo ‘essere’. Entrambe le strutture possono essere caratterizzate da manifestazioni di ambiguità sintattica, sia a livello formale che funzionale. Quanto al primo, si è incerti se considerare alcuni participi in determinate condizioni come forme sintatticamente indipendenti o come componenti di una perifrasi. Sul piano funzionale, l’ambiguità concerne l’interpretazione sintattica di certi participi, il cui status di dipendenza è complicato da valutare con oggettività. In questo lavoro si analizzano queste manifestazioni di ambiguità, nel tentativo di appianarle o, quanto meno, ridurne la problematicità.
This paper focuses on two Ancient Greek participial constructions, which appear to be closely interrelated, inasmuch as they are equivalent in functional terms, but not formal: the predicative participle, i.e. a participle functioning as a finite verb, and the periphrasis made up of a participle plus the verb ‘to be’. Both patterns may be characterized by manifestations of syntactic ambiguity, on both the formal and functional level. As for the former, it may be problematic, under specific conditions, whether the participle should be regarded as a syntactically independent form or the component of a periphrasis. On the functional level, the ambiguity concerns the syntactic interpretation of the participle, whose dependent or independent status is complicated to assess in an objective way. In this article, I analyze these ambiguity manifestations, in the attempt of accounting for them.
Il saggio analizza il rapporto tra l’inedito testo di Stefano d’Arrigo il Compratore di anime morte, concepito come soggetto cinematografico, e Le anime morte di Gogol’, lette in traduzione. La scelta del romanzo di Gogol’ nasce da una sintonia immaginifica e visionaria di D’Arrigo con l’autore russo, indicato a torto come scrittore realista e come tale promosso dalla cultura di sinistra del secondo dopoguerra. Il viaggio di Čičikov nelle terre di una Russia, immobile nel tempo ed infinita nello spazio, si trasforma nell’ambiguo percorso di iniziazione di Cirillo Bonocore nella Sicilia rivoltosa alla vigilia dello sbarco dei Mille. D’Arrigo propone un racconto fiabesco più che storico e si esercita in una singolare mescolanza, anticipatrice del suo futuro di romanziere.
The article makes a comparison between the recently published Il compratore di anime by Stefano D’Arrigo and Gogol’s Le anime morte, that D’Arrigo red in order to furbish a subject for a movie. The fact of choosing Gogol’s work depended on a sintony with his vision and imagination, in spite of the fact that during the italian Fifties Gogol’ had been misunderstood as a realistic novelist. Čičikov’s journey in russian lands, where the time seems motionless and the space is so vast, becomes an ambiguous training of the hero Cirillo in Sicily, just before the Mille’s enterprise. D’Arrigo proposes a fabulous tale, where imagination and history are mixed in a way that prepares the future development of his literary work.
Abstract
La generazione di Foscolo e di Clausewitz assistette in un quarto di secolo all’avvicendamento di una decina di costituzioni, si assoggettò o si ribellò a vari cambi di sovranità o di regime, e si spense infine in un regime di sovranità coatta. Hölderlin ne impazzì, mentre essi non conobbero il successo personale, nel doppio significato del riconoscimento pubblico e del raggiungimento dei propri scopi letterari ultimi. Caos e catastrofe non furono soltanto nozioni astratte, bensì esperienza e spettacolo. L’esperienza si narra, allo spettacolo si assiste o lo si immagina.
In a quarter of a century, the generation of Foscolo and Clausewitz witnessed the advancement of a dozen constitutions, subjected or rebelled to various changes of sovereignty or regime, and finally died out in a regime of forced sovereignty . Hölderlin went mad, while they did not know personal success, in the double meaning of public recognition and the achievement of their ultimate literary goals. Chaos and catastrophe were not just abstract notions, but experience and spectacle. The experience is told, the spectacle is witnessed or imagined.
Abstract
Secondo la teoria della Lingua in Atto, le unità di informazione parentetiche inseriscono nell’enunciato informazioni poste su un piano locutivo secondario rispetto alla relazione Topic/Comment. Possono apparire in tutte le posizioni, ma non in prima posizione e non sono mai composizionali con un’altra unità di informazione. Le Parentesi poste alla periferia destra del Comment possono essere confuse con le unità di Appendice, in quanto la realizzazione prosodica risulta simile, nonostante le Appendici esprimano informazioni ridondanti che invece integrano il Comment. Sulla base del Data Base dell’Articolazione dell’Informazione IPIC il lavoro esplora le ragioni che consentono l’individuazione dei Parentetici nei Corpora di parlato spontaneo Italiano. Dati i loro valori semantici, le valutazioni modali e i commenti metalinguistici (che sono la grande maggioranza delle parentesi brevi nel discorso) introducono un salto nella prospettiva dell’enunciato che li colloca automaticamente su un piano locutivo secondario e non possono mai essere Appendici. Al contrario, altri tipi di espressioni che anche riempiono l’unità Parentetica (congiunzioni, se-frasi, avverbi e argomenti esterni, parentesi lunghe) possono essere in linea di principio considerate integrazioni del Comment. Il lavoro sostiene che l'interpretazione tra parentesi di queste unità di informazione risulta sottodeterminata a meno che il parlante non segnali il valore parentetico attraverso segnali prosodici o multimodali. Secondo i risultati dell’analisi condotta, inoltre, le parentesi lunghe in posizione finale non vengono realizzate come unità informative dell’enunciato ma piuttosto come "enunciati parentetici", pienamente autonomi.
According to the Language Into Act Theory, Parenthetical units insert in the Utterance information that is placed on a secondary locutive plan with respect to the Topic / Comment relation. They can appear in all but not in the first position of the utterance and are never compositional with another information unit. Because of prosodic similarities, however, Parenthesis placed at the right periphery of the Comment can be confused with Appendix units, which on the contrary express redundant information complementing the Comment. On the basis of the IPIC Information Structure Data-Base the paper explore the reasons which allow their detection in Italian Spontaneous Speech Corpora. Because of their semantic values, Modal evaluations and Metalinguistic commentaries (the large majority of Parenthesis in speech) introduce a jump in the perspective of the utterance, which places them on a secondary locutive plan and can never be Appendixes. On the contrary other types of expressions that can also fill the Parenthetical unit (conjunctions, if-sentences, adverbials and external arguments, long parenthetical) can be in principle also integrations of the Comment. The paper argues that the parenthetical interpretation of these information units will remain under-determined unless the speaker signals this value through prosodic or multimodal cues. Moreover, according to our finding, long parenthesis in the final position are not performed as information units of the utterance but rather as fully autonomous “parenthetical utterance”.
Abstract
In questo articolo vengono presentate, in tutti i dettagli operativi e concettuali, la progettazione e la realizzazione di un flusso editoriale completo, per la realizzazione di un’edizione digitale a stampa dell’inventario dei manoscritti di Palazzeschi.
Gli autori, insieme ad alcuni collaboratori specialisti di varia provenienza (archivisti, informatici, grafici editoriali), hanno elaborato un flusso editoriale in grado di realizzare un’edizione a stampa in formato PDF di qualità dell’inventario del fondo manoscritti, partendo dall’estrazione dei dati archivistici dalla piattaforma di schedatura che rispetta gli standard internazionali. Tale lavoro si è svolto seguendo le linee guida ANAI e le scelte editoriali del Centro Studi “Aldo Palazzeschi”. Il flusso è stato progettato anche per favorire le attività preliminari di revisione e adattamento dei dati, nell’ottica di ottimizzarne le procedure e i tempi.
Il flusso descritto è stato adottato per realizzare il primo volume della nuova collana ad accesso aperto del Centro Studi “Aldo Palazzeschi”; altre edizioni sono in lavorazione per dare vita ad opere quali cataloghi di mostre, carteggi e guide archivistiche. Tutti questi volumi si basano sui dati contenuti nella piattaforma di Carte d’autore online, ma ognuno di essi viene realizzato con l’impiego di un template InDesign adattato al progetto specifico, a partire da quello descritto in questo articolo.
The aim of this paper is to show the project and development of an entire editorial workflow, by focusing on all its practical and conceptual details. The workflow under analysis has been conceived to produce a to-be-printed digital edition of the inventory of the “Fond of manuscripts of Palazzeschi”.
Both authors, in collaboration with archivists, developers and graphic designers, have been setting up an editorial workflow able to produce a quality PDF, starting from data stored in a cataloguing platform that complies with international standards. This work was carried out following both ANAI guidelines and Centro Studi Aldo Palazzeschi’s editorial rules. This flow is also meant to support some preliminary tasks, like data review and proofreding, in order to optimize their processes and time concerns.
This workflow has been adopted to publish the first volume of the new Open Access series by Centro Studi “Aldo Palazzeschi”. Some other editions are still in progress so as to deliver exhibition catalogues, epistolary exchanges and archival guides. All these volumes take their data from "Carte d’autore online" database and each of them requires a settled template, set up on the basis of the specific one in the present article.
Il saggio si concentra sul rapporto di Gadda e di Pasolini con le rispettive madri, analizzando le somiglianze e le differenze di tali legami. Si osserva come le due figure femminili abbiano influenzato sensibilmente la biografia e la bibliografia dei due celebri autori.
The essay focuses on Gadda's and Pasolini's relationship with their respective mothers, analysing the similarities and differences of these ties. It looks at how the two female figures significantly influenced the biography and bibliography of the two famous authors.
Il contributo ricostruisce la storia della terza pagina di «La Patria», «quotidiano per l’esercito» (con sede in via Ricasoli a Firenze) che vede la luce il 24 febbraio 1945 e che dura fino al 30 settembre 1945, per un totale di 185 numeri. Di ottima qualità, la terza pagina della «Patria» vanta collaborazioni di scrittori all’epoca più o meno giovani e più o meno noti (fra i quali Carlo Emilio Gadda, Eugenio Montale, Mario Luzi, Leone Piccioni, Piero Bigongiari) che vi pubblicano racconti, articoli di cultura, recensioni. A corredare il contributo è l’indice completo delle terze pagine del quotidiano.
The contribution reconstructs the history of the third page of «La Patria», «daily for the army» (based in via Ricasoli in Florence) which sees the light on 24 February 1945 and which lasts until 30 September 1945, for a total of 185 numbers. Of excellent quality, the third page of «Patria» boasts collaborations with more or less young and more or less well-known writers at the time (including Carlo Emilio Gadda, Eugenio Montale, Mario Luzi, Leone Piccioni, Piero Bigongiari) who publish stories, culture articles, reviews. The complete index of the third pages of the newspaper accompanies the contribution.
Come spesso accade nella lingua parlata di individui bilingui, anche nel caso degli italo-arabofoni, le forme di contatto linguistico sono frequenti. In primo luogo, questo articolo si pone l’obiettivo di condurre un’analisi linguistica dei fenomeni di contatto che si possono manifestare tra la lingua italiana e la lingua araba in caso di bilinguismo individuale. In secondo luogo, lo studio qui proposto affronta un duplice quesito: da una parte, si interroga sul livello di consapevolezza dei bilingui riguardo alle forme di contatto di cui fanno uso; dall’altra, cerca di comprendere in che modo il contatto linguistico si relaziona con l’aspetto identitario dei parlanti. Per indagare questi aspetti è stata scelta la metodologia delle interviste dirette a bilingui italo-arabofoni e la raccolta di corpora di lingua parlata in contesti che coinvolgono gli stessi intervistati. Tra i risultati emersi vi è il contatto tra le due lingue considerate a livello morfologico, una mancata percezione da parte dei partecipanti di una doppia personalità alternando le due lingue padroneggiate e una scarsa consapevolezza riguardo alle modalità con cui utilizzano i due sistemi linguistici che hanno a disposizione.
As happens in other bilinguals’ spoken language, language contact phenomena are frequent in the conversations of Arabic-Italian speakers who show different degrees of mixing between the two languages. The first aim of this article is to conduct a linguistic analysis of the language contact phenomena - such as code-switching and code mixing - that occur between Italian and Arabic languages in case of individual bilingualism. More precisely the case study proposed here aims to explore the level of language awareness displayed by bilinguals as concerns language contact. Moreover, the study intends to shed light on how language contact is related to the identity of the speakers. The methodology used to investigate these aspects is based on interviews to Arabic-Italian bilinguals and corpora of everyday colloquial language used by these interviewees. Among the results obtained there are forms of code-mixing between Italian and Arabic languages involving the morphological structure of the word. The data document a lack of perception of two different personalities by the participants when they use each language and a low level of awareness concerning how they use the languages that they master.
Nei recenti anni, in filosofia della mente si è molto dibattuto su quale sia il modo più appropriato di intendere l’oggetto di studio e la pratica delle scienze cognitive, e, a tal proposito, una notevole eterogeneità di cornici teoriche si sono delineate in letteratura. Da molti questa situazione di disaccordo viene percepita come problematica, e una soluzione spesso proposta è quella di far riferimento, per dirimere le dispute, a un marchio normativo della cognizione, da intendersi come un insieme di condizioni necessarie che un processo deve rispettare per poter essere considerato “cognitivo”. Nel presente saggio, argomenterò contro questa idea, mostrando come la proposta di un marchio siffatto sia inevitabilmente fallimentare. Inoltre, in alternativa, proporrò un quadro teoretico in cui la situazione di eterogeneità possa venire pacificamente accettata.
In recent years, within philosophy of mind it has been debated the best way to understand the subject and the practice of cognitive science, and, in this regard, a remarkable heterogeneity of theoretical frameworks have appeared in the literature. According to many authors, this situation of disagreement represents a problem, and a popular solution for resolving the disputes is to require a normative mark of the cognitive, i.e., a set of necessary conditions that a process must satisfy to be considered “cognitive”. In the present essay, I will argue against this idea, showing how any normative mark can’t be successful. Besides, I will propose a theoretical picture where the heterogeneity of the literature can be peacefully accepted.
Nel mondo delle Digital Humanities (DH) i risultati prodotti sono spesso nella forma di banche dati, siti internet, blog o pubblicazioni digitali di varia forma; per gli autori è difficile ottenere il riconoscimento dei crediti e garantirne la tracciabilità. In questo articolo si descrive il sistema del DOI (utilizzato come identificatore persistente assegnato di norma a monografie e articoli scientifici per la loro identificazione e tracciabilità) proponendone l’adozione in alcuni contesti di progetti di DH per favorirne la identificazione e diffusione, attraverso anche un ampio set di metadati descrittivi.
In the world of Digital Humanities (DH), the results produced often take the form of databases, websites, blogs, or various digital publications. For authors, it is difficult to obtain recognition and ensure traceability of these results. This article describes the DOI system (used as a persistent identifier typically assigned to monographs and scientific articles for their identification and traceability), proposing its adoption in some DH project contexts to promote identification and dissemination, also through a wide set of descriptive metadata.
Partendo dal proto-libretto dell’Orfeo di Striggio (musicato da Monteverdi), stampato in occasione della “prima” del 1607, il saggio analizza le tipologie di ausili per il pubblico che erano in uso durante gli spettacoli cinquecenteschi e primo seicenteschi, anche nell’ambito del “recitar cantando”, prima della nascita del libretto per musica vero e proprio, dopo l’apertura dei teatri pubblici veneziani nel 1637.
Starting from the proto-libretto of Striggio's Orfeo (set to music by Monteverdi), printed on the occasion of the “première” in 1607, the essay analyzes the types of aids for the public in use during sixteenth and early seventeenth-century performances, even in the field of "recitar cantando", before the birth of actual libretto for music after the opening of the Venetian public theaters in 1637.
Abstract
I dibattutissimi vv. 650-4 degli Acarnesi, ove l’affermazione secondo cui i consigli di Aristofane aiuteranno Atene a vincere la Guerra del Peloponneso mal si accorda con l’atteggiamento pacifista dell’autore, con ogni probabilità alludono alla leggenda sull’origine ateniese di Tirteo, che ben potrebbe essere più antica del IV secolo.
The much disputed vv. 650-4 of Acharnians, where the statement that Aristophanes’ advice will help Athens to win the Peloponnesian War seems hardly consistent with the playwright’s pacifist attitude, in all likelihood allude to the ancient tale of Tyrtaeus’ Athenian origin, which may well be older than the fourth century.
Abstract
Il contributo prende in esame alcuni tecnicismi propri della filosofia naturale medievale che risultano attestati in volgare per la prima volta proprio grazie al poema dantesco (come denso, esalazione ecc.). Un'attenzione particolare è dedicata anche al ruolo svolto dai più antichi esegeti della Commedia nell'introduzione e nella diffusione di tale lessico.
The essay focuses on some technicalities typical of medieval natural philosophy that are documented in the ancient italian for the first time through the Divine Comedy (such as denso, esalazione etc.). Particular attention is also dedicated to the role played by the commentaries of the 14th century in the dissemination of this lexicon.