Abstract
Abstract
Secondo la teoria della Lingua in Atto, le unità di informazione parentetiche inseriscono nell’enunciato informazioni poste su un piano locutivo secondario rispetto alla relazione Topic/Comment. Possono apparire in tutte le posizioni, ma non in prima posizione e non sono mai composizionali con un’altra unità di informazione. Le Parentesi poste alla periferia destra del Comment possono essere confuse con le unità di Appendice, in quanto la realizzazione prosodica risulta simile, nonostante le Appendici esprimano informazioni ridondanti che invece integrano il Comment. Sulla base del Data Base dell’Articolazione dell’Informazione IPIC il lavoro esplora le ragioni che consentono l’individuazione dei Parentetici nei Corpora di parlato spontaneo Italiano. Dati i loro valori semantici, le valutazioni modali e i commenti metalinguistici (che sono la grande maggioranza delle parentesi brevi nel discorso) introducono un salto nella prospettiva dell’enunciato che li colloca automaticamente su un piano locutivo secondario e non possono mai essere Appendici. Al contrario, altri tipi di espressioni che anche riempiono l’unità Parentetica (congiunzioni, se-frasi, avverbi e argomenti esterni, parentesi lunghe) possono essere in linea di principio considerate integrazioni del Comment. Il lavoro sostiene che l'interpretazione tra parentesi di queste unità di informazione risulta sottodeterminata a meno che il parlante non segnali il valore parentetico attraverso segnali prosodici o multimodali. Secondo i risultati dell’analisi condotta, inoltre, le parentesi lunghe in posizione finale non vengono realizzate come unità informative dell’enunciato ma piuttosto come "enunciati parentetici", pienamente autonomi.
According to the Language Into Act Theory, Parenthetical units insert in the Utterance information that is placed on a secondary locutive plan with respect to the Topic / Comment relation. They can appear in all but not in the first position of the utterance and are never compositional with another information unit. Because of prosodic similarities, however, Parenthesis placed at the right periphery of the Comment can be confused with Appendix units, which on the contrary express redundant information complementing the Comment. On the basis of the IPIC Information Structure Data-Base the paper explore the reasons which allow their detection in Italian Spontaneous Speech Corpora. Because of their semantic values, Modal evaluations and Metalinguistic commentaries (the large majority of Parenthesis in speech) introduce a jump in the perspective of the utterance, which places them on a secondary locutive plan and can never be Appendixes. On the contrary other types of expressions that can also fill the Parenthetical unit (conjunctions, if-sentences, adverbials and external arguments, long parenthetical) can be in principle also integrations of the Comment. The paper argues that the parenthetical interpretation of these information units will remain under-determined unless the speaker signals this value through prosodic or multimodal cues. Moreover, according to our finding, long parenthesis in the final position are not performed as information units of the utterance but rather as fully autonomous “parenthetical utterance”.
Parole chiave
Keywords
1 Introduzione1
1.1 Il quadro teorico di riferimento
Nella teoria della lingua in atto (L-AcT- Cresti 2000) l'enunciato è il corrispettivo di un atto linguistico (Austin 1962) e costituisce l’unità di riferimento primaria del parlato in quanto definisce l’entità linguistica minima che può essere interpretata pragmaticamente (Biber et al. 1999; Cresti 2000; Izre'el et al. 2020). La prosodia è fondamentale per la divisione del palato spontaneo in enunciati e per lo studio della loro struttura. Il flusso continuo del discorso orale è segmentato primariamente da interruzioni prosodiche percettivamente rilevanti (Barbosa & Raso, 2018), a cui i parlanti competenti di una lingua assegnano valore terminale (Izre'el et al. 2020). L’identificazione delle sequenze terminate nel flow of speech permette di segmentarlo in atti linguistici autonomi, che sono l’oggetto di studio.
L’enunciato può essere semplice, ovvero composto da una sola unità prosodica, o essere segmentato a sua volta in unità, in corrispondenza di interruzioni prosodiche interne percepibili, a cui i parlanti competenti assegnano invece valore non terminale. In L-AcT, come in una vasta tradizione di studi sull’oralità, ciascuna unità prosodica di un enunciato corrisponde a unità di informazione, ovvero ad un elemento ideativo del parlante (Chafe 1993). In questo specifico approccio però si considera che le unità di informazione hanno anche diversa funzione all’interno dell’enunciato e costituiscono la base necessaria della struttura linguistica conosciuta come “articolazione dell’informazione”.
L-AcT prevede una corrispondenza biunivoca tra unità prosodiche e unità Informative, ciascuna delle quali ha una funzione specifica all'interno di un Pattern Informativo (Cresti 2000; 1994; Moneglia & Raso 2014). Il centro informativo dell’enunciato è l'unità detta di Comment, la cui funzione nell’articolazione dell’informazione è di specificare l'illocuzione, ovvero il tipo di atto pragmatico che l’enunciato svolge nel mondo (Cresti, 2000; Cresti & Moneglia, 2018).
Il Comment ha forme prosodiche corrispondenti a specifici tipi illocutori (Firenzuoli 2003; Rocha 2016; Cresti 2020). In quanto portatore di forza illocutoria, è riconoscibile per la sua interpretabilità in isolamento, caratteristica questa che non vale per nessun’altro tipo di unità informativa dell’enunciato. Un enunciato può anche corrispondere a una catena di due o più Comment, uniti tra loro in un Pattern illocutivo ritmico che dà luogo a una struttura retorica naturale (Rinforzo, Lista, Comparazione, Domande Doppie e Alternative; Cresti 2000; Panunzi & Saccone 2018). Il Discorso orale, specialmente nel monologo, si struttura anche con modalità diverse alla scansione in enunciati, registrando sequenze più o meno lunghe di Comment legati tra loro, secondo un procedimento aggiuntivo, non modellizzato, che segue il flusso del pensiero. In questo caso l’unità di riferimento, chiamata Stanza, non ha una singola illocuzione (Saccone, 2020).
La forma prosodica ('t Hart et al. 1990) è un carattere essenziale non solo del Comment ma anche delle diverse funzioni informative (Moneglia & Raso 2014)., sia quelle che sviluppano il testo linguistico (Topic, Appendice, Parentesi, Introduttore locutivo), sia quelle funzionali alla gestione del dialogo (Fatici, Allocutivi, Conativi, Incipit Espressivi). La forma prosodica delle unità e la loro distribuzione rispetto al Comment sono gli indici primari per il riconoscimento della funzione delle unità di informazione nell’articolazione informativa dell’enunciato. Tutte le unità informative, salvo l’Appendice, articolano l’informazione ciascuna secondo una modalità e un punto di vista autonomi e sono per questo tra loro non composizionali semanticamente e sintatticamente (Cresti 2000; Cresti & Moneglia, 2010; Cresti 2014).
Il presente contributo è dedicato all’unità informativa di Parentesi (PAR) e in particolare alla relazione prosodica e informativa tra questa unità e l’unità di Comment nel parlato spontaneo italiano. Il lavoro focalizza su un caso particolare di tale relazione, ovvero sui contesti nei quali il Parentetico è realizzato linearmente alla periferia destra del Comment e conclude l’enunciato (PAR finale).
C’è un interesse specifico allo studio del Parentetico in questa posizione. Il quadro L-AcT prevede, come si diceva, che le unità informative testuali abbiano sia forma prosodica differenziale che posizione fissa rispetto al Comment, solo il Parentetico si caratterizza per poter comparire in qualsiasi posizione, eccetto in prima posizione (Cresti, 2000; Tucci 2010; Moneglia & Raso 2014). In particolare, il modello canonico di un enunciato strutturato dal punto di vista informativo prevede che il Comment sia preceduto da una unità di Topic, che è caratterizzata da un fuoco prosodico e svolge la funzione essenziale di indicare all’interlocutore il campo di applicazione del Comment, ovvero l’aboutness pragmatico dell’enunciato (Cresti & Moneglia 2010; Moneglia & Cresti, 2018). Dopo la realizzazione del fuoco informativo principale di Comment, l’enunciato può estendersi con unità periferiche, prosodicamente defocalizzate e di scarso valore informativo, le Appendici (APC), ma anche con unità parentetiche (PAR), che introducono invece informazioni aggiuntive specifiche e rilevanti su come l’enunciato deve essere interpretato (Dehe & Kavalova, 2007; Schneider, 2014. Tucci, 2010). I Parentetici, e in particolare quelli in posizione finale, come vedremo, condividono però con le Appendici importanti proprietà prosodiche e venendo meno sia i differenziali prosodici che i differenziali di ordine lineare si pone il problema dei quali siano i criteri che permettono di individuare e distinguere il valore parentetico nelle unità di informazione alla destra del Comment, distinguendole dalle unità di Appendice.
1.2 I dati
La ricerca proposta in questo lavoro è basata su corpora e in particolare si fonda sulla base dati IPIC (Panunzi & Gregori 2012). In IPIC è raccolto un corpus di parlato spontaneo italiano di 124.735 occorrenze e 20.835 sequenze terminate appartenenti a 74 testi della sezione informale italiana del corpus C-ORAL-ROM (Cresti & Moneglia, 2005). La selezione rappresenta una variazione significativa del parlato in contesti familiari e pubblici secondo le principali modalità di interazione orale faccia a faccia (monologhi, dialoghi e conversazioni a più voci). I file audio sono segmentati in unità terminate prosodicamente, a loro volta segmentate in unità non terminate, a ciascuna delle quali è assegnata una funzione informativa secondo i principi e il tag-set di L-AcT. Il DB permette quindi ricerche sulla struttura informativa degli enunciati e sui loro riempimenti morfosintattici e in particolare ai nostri fini permette di estrarre tutti i contesti in cui i Parentetico si realizza nella periferia destra dell’enunciato.2
Delle 20.835 sequenze terminate in IPIC, 18810 costituiscono enunciati, dei quali 10.536 sono semplici dal punto di vista della struttura informativa o comunque privi di unità testuali oltre al Comment, mentre 8.274 hanno al loro interno unità informative testuali, e di questi 285 contengono un Parentetico finale. In questo insieme, 186 parentetici seguono direttamente il Comment e costituiscono il caso di studio centrale per questo lavoro, a cui si aggiungono 30 enunciati in cui il Parentetico chiude un pattern illocutivo o co-occorre con una Appendice dopo al Comment. Le Appendici che seguono direttamente il Comment sono invece 590 e costituiscono lo sfondo rispetto a cui valuteremo le proprietà differenziali del Parentetico.
In 2 vedremo come l’unità di Parentetico si configura sia dal punto di vista informativo che prosodico nel quadro L-AcT e metteremo in rilievo i caratteri della sua realizzazione prosodica in posizione finale, che rendono problematica la distinzione dall’Appendice. In 3. sarà presentata l’analisi dettagliata delle unità Parentetiche finali in IPIC. Esamineremo prima i riempimenti sintattico-semantici delle unità che, a parità di realizzazione prosodica, permettono una chiara distinzione tra le funzioni espresse da Parentetico e Appendice. Le valutazioni modali e gli inserti metalinguistici brevi, che costituiscono la gran parte dei parentetici finali nell’uso linguistico italiano, necessitano una interpretazione parentetica in quanto realizzano sempre un piano locutivo esterno alla prospettiva dell'enunciato e non sono mai Appendici del Comment.
Sulla base dell’osservazione comparativa delle Appendici in IPIC, osserveremo poi i riempimenti sintattico semantici per i quali si verifica invece una possibile intersezione, ovvero considereremo i tipi di riempimenti locutivi per i quali, in posizione finale, è possibile sia una interpretazione come Parentesi che come Appendice. Vedremo che in questi casi, perché una unità nella periferia del Comment possa essere legittimamente considerata parentetica, è necessario che l’elemento finale esprima un punto di vista diverso dal punto di vista del Comment o che comunque uno scarto di punto di vista tra il Comment e l’unità che lo segue sia segnalato dal parlante attraverso strumenti prosodici o altre modalità espressive. Questa necessità sarà confermata in 4. osservando la distribuzione complementare tra Appendice e Parentetico quando entrambe le unità compaiono alla periferia destra del Comment.
2 Il Parentetico nella teoria della lingua in atto
2.1 Definizioni e proprietà prosodiche
Come evidenziato fin da Cresti (2000), l’unità di informazione parentetica può occorrere in ogni posizione dell’enunciato, ma non in prima posizione, può interrompere una unità di informazione e l’informazione in esso contenuta può riguardare unità di informazione dell’enunciato a lui antecedenti o seguenti (backward o forward scope). La definizione della funzione informativa di Parentetico nella Teoria della lingua in atto è stata oggetto di vari contributi a partire proprio da Cresti (2000), secondo cui:
“servono al parlante per commentare il contenuto del suo enunciato consentendo di staccarsi dal punto di vista interno all’enunciato. Non partecipano in maniera diretta alla composizione del testo dell’enunciato di cui costituiscono una interpretazione o una istruzione linguistica volta all’interlocutore […]. Essi permettono di introdurre punti di vista anche completamente contrastanti con quelli del Comment[…] diversamente dal Topic […], che introduce locuzioni da un punto di vista diverso da quello del Comment, perché conoscitivo, ma in armonia affettiva con esso.” [Cresti 2000:143]
Cresti (2022) ha recentemente proposto il seguente corollario sul modo di considerare il punto di vista: diversamente dal Topic, il punto di vista del PAR non è determinato dalla forza illocutiva del Comment ed è indipendente. L’unità di informazione parentetica sospende l’illocuzione del Comment e introduce informazione nell’enunciato, su un diverso piano locutivo.
Tucci (2010) separa tre funzioni principali dell’unità parentetica e in particolare distingue la funzione modale da più funzioni metalinguistiche. La funzione modale inserisce una valutazione soggettiva del parlante sul dictum dell‘enunciato, mentre la funzione metalinguistica, considerata strictu sensu, segnala all‘interlocutore che è stata operata una particolare scelta lessicale nella verbalizzazione. Tucci distingue inoltre una funzione meta-narrativa, quando l’unità aggiunge informazioni che orientano l’interlocutore sulla valutazione positiva o negativa del parlante.
La definizione in Moneglia e Raso (2014), volta ad assicurare al Parentetico un criterio di identificazione sintetico nel tagset L-AcT delle funzioni informative, tenta una formulazione unitaria alle funzioni modale e metalinguistica ampliando la portata del concetto di metalinguaggio. In questa proposta, l’unità di parentesi inserisce nell'enunciato informazioni con un valore metalinguistico attraverso l’espressione della valutazione del parlante sul contenuto da lui espresso. Per questo il Parentetico è caratterizzato tipicamente da espressioni modali (clausole parentetiche ridotte, avverbi modali e di atteggiamento proposizionale).
La caratterizzazione prosodica dell’unità di Parentesi secondo il modello L-AcT (Firenzuoli e Tucci 2003; Tucci 2010) prevede un profilo che, rispetto alle unità che la precedono o la seguono, caratterizzato da:
- una sensibile caduta di valori medi di F0
- un cambiamento di speech rate (di solito in aumento)
- una durata media della sillaba nucleare di 0.142 ms secondo
- un movimento di F0 piatto discendente su tutta l’unità, caratterizzato da:
- assenza di preparazione
- nuceo piatto o discendente;
- possibilià di una coda ascendente3
- nessuna restrizione di allineamento tra il nucleo dell’unità e la struttura accentuale
Saccone, nei suoi lavori recenti (Saccone, 2021; 2022), sulla scorta del modello Basilese dell’articolazione dell’informazione nel testo scritto (Ferrari et al. 2008; Ferrari 2014; Cignetti 2014) ha offerto una analisi più semantica del ruolo svolto dalle parentesi nel testo, che corrispondono tipicamente a esemplificazioni, generalizzazioni, spiegazioni o espressioni riepilogative e possono operare sull'illocuzione dell'enunciato come indebolimento o attenuazione.
Crucialmente, in tali lavori, tra i concetti necessari all’analisi del Parentetico nella teoria dell’articolazione dell’informazione, si inseriscono il concetto di piano e il concetto di discorso. Il Parentetico si pone su un piano diverso (piano parentetico) rispetto al piano principale del discorso e su questo piano svolge le sue funzioni. Il Parentetico contribuisce inoltre all’architettura testuale su livelli gerarchici diversi.
In tale cornice, analizzando prosodicamente ampie sequenze di parlato, Saccone ha evidenziato la consistenza del concetto di parentetico aldilà della sua realizzazione come funzione informativa interna all’enunciato. Nel discorso parlato si possono trovare infatti enunciati o sequenze di enunciati che condividono caratteristiche sia semantiche che prosodiche con le unità informative di Parentesi. Un intero enunciato, e non solo l’unità di informazione di un enunciato, può dunque caratterizzarsi per un suo ruolo parentetico, ponendosi su un piano diverso del discorso. Come proposto recentemente da Pecorari (2022), nel discorso, e per quanto riguarda l’orale in particolare nel monologo narrativo, può essere realizzata una polifonia, che ne permette l’articolazione su più piani.
L’intonazione, e in particolare il livello medio di F0 delle unità prosodiche, è lo strumento principe che evidenzia i diversi piani di strutturazione. In sintesi, attraverso la prosodia, le parentesi possono articolare il flusso del discorso sia come enunciati a livello del testo sia come unità di informazione nell'enunciato. Il risultato è stato replicato sul tedesco in Saccone e Trobetta (2021).
La seguente tabella riporta un turno dialogico ripreso dalla narrazione di un episodio occorso durante un viaggio in Africa. Il parlante narra di aver chiesto aiuto per trovare un ufficio di polizia, dato che ha trovato due bambini soli. La tabella 1 evidenzia nella prima riga la scansione prosodica in enunciati del turno (gli apici individuano il discorso riportato), la seconda riga riporta la scansione degli enunciati in unità informative (solo il primo è un enunciato articolato), la terza indica la tipologia delle unità di informazione e alla base sono indicati i piani su cui si articola il discorso. Gli 8 enunciati si articolano su 5 piani diversi: a) piano narrativo (gli fo capire; capiscono; e i du bambini mi pigliano per mano); b) discorso riportato all’interno dell’episodio narrato, rispettivamente del parlante, (police) dei suoi interlocutori (police) e la stilizzazione della loro interazione (eeé); c) due diversi livelli di parentesi (Volevo anda’ dalla polizia; Per lo meno la polizia) che passano dal piano della narrazione al discorso attuale; d) piano del discorso attuale (e meno male perché).
e che gli fo capire/ Police //’ | volevo anda’ dalla polizia // | per lo meno la polizia // | Police /’ | eeè //” | capiscono // | e i du’ bambini mi pigliano in mano … | e meno male perché + | |
e che gli fo capire/ | Police //’ | volevo anda’ dalla polizia // | per lo meno la polizia // | Police /’ | eeè // | capiscono // | e i du’ bambini mi pigliano in mano … | e meno male perché + |
INT | COM-r | PAR-ut | PAR-ut | COM-r | COM-r | COM-r | COM- | COM-int |
Piano narrativo | Piano discorso riportato del parlante nell’episodio narrato | Piano parentetico discorso attuale | Piano parentetico discorso attuale | Piano discorso riportato del parlante nell’episodio narrato | Piano discorso riportato parlante-interlocutori nell’episodio narrato | Piano narrativo | Piano narrativo | Piano 1 Valutazione fuori dalla narrazione discorso attuale |
Tavola 1. Segmentazione in enunciati e piani del discorso in un monologo narrativo [ifammn03]4.
Il tracciato di F0 del discorso in Tavola 1 indentifica in particolare, in box rossi, il riportato, che realizza un jump su valori molto alti di frequenza, e in box verde gli enunciati parentetici, marcati da un abbassamento di F0, progressivamente più basso nella seconda parentesi (parentesi della parentesi).
Figura 1. Tracciato di F0 degli enunciati in Tavola 1 con in evidenza i piani riportato e parentetico5.
2.2 Il Parentetico finale e la sua distinzione dall’Appendice di Comment
Secondo la definizione sintetica proposta in Cresti (2021), l’Appendice di Comment integra il contenuto locutivo del Comment stesso e conclude l'enunciato cercando un accordo con il destinatario. Le Appendici aggiungono contenuti linguistici già precedentemente introdotti nel contesto o comunque non essenziali a veicolare l’informazione espressa nel Comment. Secondo L-AcT il contenuto dell'APC non costituisce un'isola sintattica e semantica indipendente, ed è privo di punto di vista autonomo, che eredita dal Comment.
Proprio come il Parentetico, l’Appendice di Comment è caratterizzata però da un abbassamento di F0 media e da un profilo piatto discendente, un cambiamento di velocità di eloquio rispetto al Comment ed è quindi difficile da distinguere da questo sulla base di caratteristiche prosodiche.
Saccone nella sua tesi dottorale e in contributi presentati in seguito (Raso et al, 2021), ha inoltre condotto una ricerca sulle qualità prosodiche delle unità di Parentesi rispetto alle Appendici di Comment. È stata operata una selezione qualitativa di 100 PAR (sia finali che non finali) e 100 APC dalla sezione italiana di IPIC ed è stata valutata la differenza tra le unità nei due gruppi in termini di F0mean and F0 range. La valutazione, riportata qui in Figura 2, è stata effettuata calcolando in termini percentuali la differenza tra i valori registrati nelle le due unità rispettivamente di PAR e APC e il Comment.
Figura 2. Valori di F0media e F0 range di Parentetico e Appendice rispetto al Comment.
Dei cento PAR considerati, 47 riguardano le unità informative interne all’enunciato e 53 i PAR finali. La figura mostra che, considerate complessivamente, le unità parentetiche presentano un abbassamento rispetto al Comment in termini di differenza di F0 media (10.8 vs 20.5%) maggiore rispetto all’Appendice, e che l’ F0range (70.4 vs 34.7) è assai maggiore nel Parentetico.
Considerando separatamente i PAR finali dai PAR che interrompono l’unità si può osservare però che mentre la differenza con APC nei PAR che interrompono l’unità risulta marcata su entrambe le misure, non risultano differenze significative se si considera la relazione tra APC e PAR finale. In particolare, come mostrano i valori evidenziati nella figura, i differenziali di F0 media sono similari (20.5 vs. 16.1 %) e se anche l’ F0range è comunque diverso (53.4 vs 34.7%), l’alto coefficiente di variazione tra le varie istanze (49.4) non garantisce alcuna uniformità al dato.
Come si può osservare dal diagramma a scatole e baffi in Figura 3, sempre preso dalle ricerche di Saccone, se i valori mediani assicurano una certa differenza specificamente nell’ F0range, le istanze di entrambe le unità possono comparire in ogni punto della variazione.6
Figura 3. Box plot di F0media e F0 range della selezione.
La scarsa distinzione a livello prosodico sui parametri di F0 media e F0 range non esaurisce comunque l’arco dei caratteri che possono caratterizzare l’unità parentetica. In particolare:
- Il Parentetico può essere più veloce
- La separazione temporale dell’unità può essere più o meno marcata
Queste possibili caratteristiche, come vedremo a conclusione di questo lavoro, possono in effetti giocare un ruolo nella distinzione del valore parentetico di una unità.
3 I parentetici finali nel Data Base dell’articolazione dell’informazione IPIC
3.1 La classificazione
In IPIC sono annotate PAR 186 unità di informazione alla periferia destra del COM di enunciato. Sono invece 590 le unità di informazione in tale posizione marcate APC7. Il data set intende focalizzare quindi su una porzione di unità parentetiche confrontabili direttamente con le Appendici di Comment e per questo motivo si è scelto di escludere dall’analisi i parentetici finali che seguono un Pattern illocutivo (10 casi) o che seguono direttamente il Comment in una Stanza (29 casi).
Si è proceduto quindi a evidenziare le ragioni possibili per cui l’interpretazione parentetica è necessaria o al contrario le ragioni per cui tale interpretazione risulta sotto-determinata e può verificarsi in effetti una intersezione tra PAR e APC.
Preliminarmente, ogni enunciato nella collezione è stato verificato dal punto di vista della sua strutturazione in unità informative e in particolare è stata esplicitamente considerata la possibilità che l’unità taggata come parentetica potesse avere, in isolamento, autonomia e interpretabilità pragmatica, ovvero che questa potesse essere considerata un enunciato separato, eventualmente con valore parentetico.
Da questa verifica, condotta aprendo in Winpitch ciascun enunciato e verificando i segmenti corrispondenti alle unità di informazione, risulta che, in quasi tutti i casi, l’unità di Comment precedente l’unità finale è percepita come non terminata e che l’unità conclusiva, marcata PAR, non risulta interpretabile pragmaticamente in isolamento. Abbiamo quindi buona evidenza percettiva che l’oggetto di analisi è in effetti costituito da unità di informazione appartenenti a ciascun enunciato considerato e non da enunciati diversi. I casi in cui questo controllo ha invece evidenziato che l’unità in questione risultava interpretabile (14) saranno trattati in dettaglio in 3.3.4. Inoltre, in tutti i casi, l’unità marcata PAR in posizione finale risultava realizzata in una unità prosodica separata dal Comment immediatamente precedente, nonostante la possibilità di una co-articolazione sia stata osservata specificamente per i parentetici brevi (Dehe, 2009).
In questa operazione è stata inoltre verificata la coerenza della realizzazione prosodica dell’unità in questione con i requisiti quisiti generali previsti. In seguito a tale verifica il data set derivato da IPIC risulta validato per quanto riguarda la natura di unità informativa delle unità annotate e la loro compatibilità prosodica con quanto previsto in L-ACT riguardo ai caratteri dei parentetici in posizione finale.
Sono stati quindi classificati i riempimenti dell’unità a livello sintattico/semantico, raggruppati in ampie categorie, come riportato in Tavola 2, che confermano largamente quanto notato in letteratura sulla la tipologia degli elementi sintattici che riempiono le unità parentetiche (Dehe & Kavalova, 2007:2-3). Di queste, solo un gruppo formato da 5 enunciati nei quali il riempimento del Parentetico è costituito da “argomenti interni” di un elemento in Comment, più un altro caso, corrispondono ad errori di annotazione di varia natura e sono stati espunti dal data-set. Si evidenzia quindi il dato negativo che il riempimento locutivo di un Parentetico in posizione finale non si trova mai realizzato in questo corpus da un argomento nella reggenza di un elemento in Comment.
Differenziali sintattico-semantici con APC non espliciti (intersezione PAR/APC nell’annotazione IPIC) | 140 | Differenziali sintattico-semantici espliciti con APC (nessuna intersezione PAR/APC nell’annotazione in IPIC) | 47 |
Avverbi di modo, locuzioni avverbiali modali, complementi di modo | 63 | Connettivi | 5 |
Frasi/verbi intensionali modalizzanti | 36 | Se-frasi | 7 |
Verba dicendi | 38 | Argomenti esterni: temporali, locativi, ecc. | 18 |
Performativi | 3 | Parentetici lunghi | 12 |
Argomenti interni | 5 |
Tavola 2. Classificazione dei riempimenti sintattico-semantici dei PAR finali in IPIC.
3.2 Modalizzazione e metalinguaggio nell’unità parentetica finale
La categoria più consistente, circa 100 casi sull’insieme di 180 istanze8, è costituita da espressioni corte (Shneider, 2007) (che introducono esplicitamente una modalizzazione dell’enunciato, che può avvenire attraverso un avverbio di modo, un complemento di modo, una locuzione avverbiale o alternativamente attraverso verbi modali o intenzionali che, a posteriori, pongono l’enunciato in una prospettiva modale specifica. Gli esempi seguenti costituiscono ciascuno un prototipo per i quattro tipi in questione (unità parentetica in corsivo):
(1) SAB: Guarda /CON non cascava uno spillo /COM sinceramente //PAR [ifammd09]
(2) ALE: è un problema nazionale /COM in qualche modo //PAR [ifammn02]
(3) VAL: uno italiano /COM mi pare //PAR [ifamcv27]
(4) TAM: forse a Castelfiorentino /COM può darsi //PAR [ipubmn04]
Una seconda serie cospicua di riempimenti è costituita ancora da parentetici corti, tipicamente verba dicendi. I verbi in questione risultano utilizzati sia in funzione di attenuazione (5) sia, propriamente, per marcare il riferimento del COM a coordinate spazio-temporali di enunciazione diverse rispetto alle coordinate attuali (6)9 o in funzione metalinguistica propriamente detta (7):
(5) ART: la sola persona adatta /SCA a tramutare /SCA un disegno /TOP in una fase operativa /COM diciamo //PAR [ifamdl04]
(6) VAL: che era di’ Connecticut /COMci disse //PAR [ifammn08]
(7) NIL: ma perché ci fa i' capogatto /COM come si dice a Sesto //PAR [ifamdl11]
In alcuni casi il salto di coordinate dell’unità parentetica rispetto alle coordinate di enunciazione del Comment è realizzato attraverso una clausola ridotta con valore performativo, come nell’enunciato sottolineato nel contesto seguente, riportato per esteso, nel quale il parlante PAO corregge una sua asserzione e si scusa dell’errore che gli è stato fatto notare da GIA:
(8) PAO: Gianluca venne qui / per la campagna elettorale delle elezioni regionali del novantanove //
GIA: duemila //
PAO: del duemila /COM scusate //PAR10
PAO: poi è ritornato / successivamente // [ipubmn01]
Nelle due serie di esempi di parentetici finali qui riportati i profili prosodici, come si diceva, sono sempre aderenti ai caratteri generali previsti per il Parentetico e per l’Appendice, ma le motivazioni per una interpretazione parentetica differenziale rispetto alla Appendice di Comment risultano chiare e si estendono su tutti i parametri definitori utilizzati nella letteratura di riferimento.
Il primo parametro è la non composizionalità sintattica del materiale locutivo in PAR con la locuzione nel Comment. Sebbene l’Appendice possa sviluppare relazioni sintatticamente non composizionali con il Comment, questa può risultare una sua estensione composizionale sulla base del criterio che l’Appendice non ha modalità propria, ma assume la modalità del Comment e si pone sullo stesso piano locutivo. Al contrario, il Parentetico, non deve essere mai composizionale sintatticamente, in quanto l’informazione veicolata, per definizione, si pone su un piano diverso.
Nei casi in questione la non composizionalità può essere facilmente evidenziata. Nessun enunciato dei gruppi precedenti può essere realizzato linearmente in una unità di informazione, ovvero gli enunciati virtuali seguenti, in cui tutto il materiale locutivo si intende co-articolato in una sola unità prosodica, non sono né grammaticali né interpretabili11. In altri termini l’informazione veicolata dall’espressione in corsivo, se posta in posizione finale, deve essere realizzata necessariamente in una unità prosodica indipendente:
(1a) * non cascava uno spillo sinceramente //COM
(2a) * è un problema nazionale in qualche modo //COM
(3a) * uno italiano mi pare //COM
(4a) * forse a Castelfiorentino può darsi //COM
(6a) * la sola persona adatta a tramutare un disegno in una fase operativa diciamo //COM
(6a) * che era di’ Connecticut ci disse //COM
(7a) * perché ci fa i' capogatto come si dice a Sesto //COM
(8a) * del duemila scusate //COM
Stante la non composizionalità, l’interpretazione parentetica e non di APC in (1-8) è però legittimata delle specifiche relazioni informative instaurate dall’unità in questione con il Comment, che comportano il posizionamento dell’informazione su un piano diverso rispetto all’informazione in Comment e costituiscono il motivo dell’impossibilità di una lettura composizionale, che ne è un correlato. A questa conclusione si giunge per vie diverse, che richiamano le varie definizioni di parentetico (modalizzazione, riferimento a un diverso punto di vista, inserto metalinguistico).
Se posti in unità informativa finale, gli avverbi di modo e le locuzioni modali, i verbi modali o intensionali e anche i verba dicendi usati come attenuatori (diciamo), esprimono a posteriori il giudizio o la valutazione del parlante sulla locuzione in Comment. L’unità di informazione si configura in questi casi come l’espressione di un modus sul dictum e l’espressione modale si distanzia dal Comment dell’enunciato, inserendo esplicitamente la prospettiva del parlante su di esso, che risulta quindi composto da due piani prospettici distinti (obiettivo e soggettivo), per questo motivo necessariamente non composizionali.
Diverso il caso dei verba dicendi, quando sono usati propriamente e non come attenuatori (ci disse, come si dice a Sesto) e anche del performativo (scusate). Queste unità, hanno una funzione propriamente metalinguistica, ovvero si riferiscono alle parole, o riferendosi ad atti linguistici, inseriscono nell’ enunciato coordinate spazio-temporali di enunciazione diverse rispetto a quelle a cui è ancorato il Comment. Necessariamente coordinate di enunciazione diverse si pongono su un piano diverso, anche se in questo caso la prospettiva inserita non è quella del parlante, ma una seconda prospettiva obiettiva.
Si noti che l’inserimento di diverse coordinate di enunciazione, anche attraverso il performativo, non rende l’unità di informazione autonoma (enunciato parentetico). La discussione in particolare di casi di questo tipo ha portato alla proposta che il Parentetico veicoli una “illocuzione secondaria” all’interno dell’enunciato (Santos & Bossaglia, 2018; Kahane & Pietrandrea, 2012). La non interpretabilità pragmatica dell’unità è comunque indice del fatto che l’unità linguistica non agisce nel mondo e non si riferisce ad esso, come è proprio dell’illocuzione, ma trova comunque il suo riferimento nell’enunciato stesso.
È dunque possibile inquadrare i casi descritti come forme di metalinguaggio, in quanto l’informazione in Parentetico “parla” di qualcosa espresso linguisticamente dell’unità in Comment, collocandosi su un piano diverso. Da questo punto di vista, possiamo avanzare l’ipotesi che il riferimento del Parentetico finale si configuri necessariamente come backward.
In tutti questi casi, 140 sui 185 parentetici finali in IPIC, l’interpretazione parentetica dell’unità di informazione risulta quindi necessaria per ragioni indipendenti dall’informazione prosodica, ovvero tale interpretazione non dipende strettamente da eventuali differenze prosodiche fini tra l’unità di Parentetico e l’unità di Appendice (che in effetti potrebbero esserci ed essere percepibili, nonostante la similarità tra i profili riportata in precedenza) ma propriamente dal fatto che la relazione informativa non può configurarsi come una integrazione ritardata del contenuto in Comment sullo stesso piano locutivo, come richiesto dall’Appendice.
Coerentemente, nell’annotazione delle APC in IPIC, riportata in dettaglio da Cresti (2021), nonostante questa sia caratterizzata da grande variazione di riempimento locutivo, non si riscontrano mai le espressioni modali, intensionali o performative in questione, ovvero, per quanto riguarda tali riempimenti, gli insiemi delle espressioni che costituiscono PAR finali e APC risultano ben distinti.
3.3 L’ambito di intersezione Parentetico finale / Appendice
3.3.1 I connettivi
I pochi casi di connettivi in Parentetico finale riscontrati nell’annotazione di IPIC costituiscono un banco di prova interessante. Diversamente da quanto visto per la modalizzazione e il metalinguaggio, riscontriamo una intersezione tra questi riempimenti e i riempimenti marcati come Appendice di Comment. Si noti però che riscontriamo appena 5 istanze di connettivi (però, quindi, perché insomma) marcati PAR in IPIC, mentre la consistenza del tipo è ben maggiore in APC finale.
L’esempio seguente, preso da Saccone (2021, 2022), evidenzia l’indecidibilità riscontrata nell’annotazione di IPIC in questi casi. Due enunciati simili hanno entrambi una unità informativa finale che mostra caratteri prosodici identici (caratterizzata da forte reset prosodico rispetto al Comment, F0 media molto più bassa e profilo piatto discendente) e sebbene riempita dalla stessa congiunzione (però) l’unità informativa è marcata una volta APC e una volta PAR.
(9) ELA: l’è un soprannome /COM però //APC [ifamdl02]
(10) BEP: non sempre /COM però//PAR [ifammn13]
Figura 4. Tracciati di F0 e intensità di (9) e (10) estratti con lo speech Software Praat (Boersma & Weenink, 2005).
Il test di composizionalità è negativo anche in questo caso. L’elemento separato in posizione finale non è integrabile linearmente in una busta prosodica, come mostra l’agrammaticalità rispettivamente di (9a) e (10a). L’articolazione in una unità informativa distinta è quindi necessaria:
(9a) * l’è un soprannome però //
(10a) * non sempre però //
Si deve notare però che, diversamente dai casi precedenti, come mostrano (9b) e (10b), la congiunzione è una informazione in linea di principio linearizzabile al Comment sullo stesso piano locutivo:
(9b) però l’è un soprannome //
(10b) però non sempre //
Per cui, in accordo alla definizione di APC, la congiunzione potrebbe essere considerata informazione ritardata e l’interpretazione dell’unità come APC risulterebbe legittima.
Se come proposto da Cresti (2022), il punto di vista del Parentetico deve essere necessariamente indipendente e non selezionato dal Comment, l’interpretazione del connettivo come PAR, per essere legittima, dovrebbe al contrario marcare un distanziamento prospettico, come avverrebbe se l’unità informativa aggiungesse un giudizio di valore avversativo non previsto nell’atto illocutivo del Comment.
In effetti, dall’analisi illocutiva dei due esempi risulta che, in entrambi i casi, l’illocuzione del Comment corrisponde ad atti contrastivi, nei quali la prospettiva avversativa è quindi già implicita. I contesti (9c) e (10c) in cui si situano gli enunciati in questione evidenziano chiaramente il valore contrastivo dei Comment (qui in corsivo):
(9c) LID: […] parenti / la chiamavan Rige // […] Rige / perché Fiordàlice / le [/] gli sembrava strano / come nome //
ELA: che l' è un soprannome / però //
(10c) BEP: […] accanto a una di queste due perforazioni / quindi all' estremità di uno dei due lati / ci sono / due piccole tracce // che se te / le guardi in controluce / sono / due tracce / trasparenti // trasparenti non sempre / però //
In questa interpretazione dei dati, significativamente posta a livello dell’analisi illocutiva, ci sarebbe dunque evidenza sufficiente per marcare l’unità come APC in entrambi i casi.
Dall’analisi dei connettivi in posizione finale in IPIC risulta che i connettivi però, quindi e allora compaiono in 31 enunciati12 e sono marcati APC in 26 di questi. Allora non è mai marcato come PAR e, conformemente a quanto previsto per i connettori nel parlato, è sempre sostituibile con quindi, così come quindi è sempre sostituibile con allora, mentre però non è mai sostituibile (Cresti & Moneglia, 2021; 2019). Ripetendo negli enunciati in questione il paradigma di analisi illocutiva precedente, abbiamo osservato che però in posizione finale correla sempre con Comment di illocuzione contrastiva, mentre quindi e allora correlano sistematicamente con illocuzioni esplicative (asserzioni di evidenza, o conclusioni) e le rafforzano come informazione ritardata.
(11) SMN: non hai niente contro la caccia /COM quindi // [ifamdl06]
%ilo: assertion of evidence
(12) CLA: peggio di una donna /COM allora // [ifamdl15]
%ilo: conclusion
Nel corpus, non abbiamo dunque casi nei quali il connettivo finale inserisca un distanziamento rispetto alla prospettiva introdotta dalla forza illocutoria del Comment. Tale osservazione non comporta l’impossibilità teorica che un connettivo come però possa in effetti svolgere funzione di Parentetico finale, introducendo un punto di vista avversativo rispetto a un Comment di asserzione di evidenza o conclusione come in (11) e (12). L’analisi evidenzia semmai la tendenza a inserire un connettivo finale per integrare le illocuzioni del Comment rafforzandone il punto di vista esplicativo o contrastivo, secondo un principio di armonia modale proprio dell’unità di informazione di Appendice.
3.3.2 Le se-frasi
In IPIC, le se-frasi in unità informativa finale (12 enunciati) si trovano marcate sia PAR sia APC e si prestano a valutazioni diverse in connessione alla loro maggiore o minore valenza semantica. Infatti, se come in avviene (13) la se-frase è una locuzione modale, questa può anche essere utilizzata in modo scarsamente semantico come attenuatore e in questi casi valgono le considerazioni fatte per i parentetici ridotti (diciamo) che, come abbiamo visto, non sono composizionali e introducono a posteriori una modalizzazione:
(13) MAR una stazione sciistica /COM se vuoi //PAR [ifammn23]
(13a) * una stazione sciistica se vuoi //
Le se-frasi che esplicano una funzione condizionale piena sull’informazione locutiva in Comment si prestano a valutazioni diverse in connessione alla condizione di composizionalità, che anche in questo caso correla con il piano su cui si distribuisce il materiale locutivo dell’enunciato.
Se la se-frase è nella reggenza del verbo in Comment, come nella interrogativa indiretta in (14), questa risulta strettamente composizionale, integra il Comment e non introduce alcun nuovo piano.
(14) LIA: un’ me ne ricordo /COM se s’avea sett’ anni//APC [ifamcv01]
Se al contrario la se-frase non si lega composizionalmente al Comment in una proposizione, come l’ipotetica in (14), l’unità introduce necessariamente una condizione su un altro piano e realizza una Parentesi:
(15) CLA: con prepotenza / COM se ero la magistratura //PAR [ifammn02]
(15a) * con prepotenza se ero la magistratura //COM
Si noti comunque l’equivalenza della realizzazione prosodica dell’unità informativa nei due casi, evidenziata dai tracciati delle due unità, assolutamente paralleli, in Figura 5.