Filosofia

In linea con quanto promosso dalla rispettiva Sezione di Filosofia, questa sezione accoglie articoli scientifici che illustrino e valorizzino studi, risultati di progetti di ricerca specialistica e di iniziative culturali in un ampio spettro di ambiti tematici a impronta sia storica che teorica, coprendo i seguenti campi di studio anche con una spiccata proiezione interdisciplinare:

  • estetica
  • filosofia della scienza
  • filosofia morale e bioetica
  • filosofia teoretica ed epistemologia
  • logica e filosofia della logica
  • storia della filosofia antica, medievale, rinascimentale, moderna e contemporanea

Per conoscere i gruppi di ricerca, le collaborazioni esterne e i progetti di ricerca nazionali e internazionali legati ai campi di indagine della rispettiva Sezione, visita la pagina di presentazione.

6 articoli totali

Abstract


In questo saggio discutiamo gli effetti sulla libertà degli individui di un programma di bio-potenziamento morale imposto in modo trasparente tramite politiche pubbliche; per ridurre considerevolmente le minacce per la libertà e aumentare l’efficacia di questi interventi, alcuni autori propendono per distribuirli segretamente, somministrandoli ai cittadini senza che essi lo sappiano. Un programma segreto è però incompatibile con istituzioni giuste e perciò non è un’alternativa accettabile. Nemmeno un bio-potenziamento morale scelto dai singoli individui in modo volontario sembra risolvere i problemi. Sebbene sia più rispettoso delle libertà personali, va incontro a un paradosso: è molto probabile che chi ha più bisogno di migliorarsi moralmente abbia meno motivazioni per ricorrervi. La conclusione della discussione sarà quindi (parzialmente) aporetica.


In this paper I discuss the effects of a program of moral bio- enhancement imposed transparently through public policy on individual freedom; some authors propose to distribute these interventions secretly, administering them to citizens without their knowledge, to substantially reduce threats to freedom and increase the effectiveness of these interventions. However, a secret program is incompatible with just institutions and therefore not an acceptable alternative. Nor does a moral bio-enhancement chosen by individuals voluntarily seem to solve the problems. Although it is more respectful of personal liberties, it runs into a paradox: it is very likely that those who are most in need of moral enhancement will have less motivation to resort to it. The conclusion of this discussion will therefore be (partially) aporetic.


Abstract


L'estetica di Ortega y Gasset si inserisce con originalità nel dibattito modernista della prima metà del Novecento. Il paper segue lo sviluppo del pensiero di Ortega Y Gasset avendo come focus il saggio del 1925 La deshumanización del arte, in cui il filosofo spagnolo cerca di fornire una sintesi concettuale dell'arte dell'avanguardie attraverso una precisa grammatica teorica: la metafora poetica, l’oggetto estetico, l’arte come principio di irrealtà.


The aesthetics of Ortega y Gasset is part, with originality, of the modernist debate of the first half of the twentieth century. The paper follows the development of Ortega Y Gasset's thought having as focus the essay of 1925 "La deshumanización del arte", in which the Spanish philosopher tries to provide a conceptual synthesis of avant-garde art through a precise theoretical grammar: poetic metaphor, aesthetic object, art as principle of unreality.


In questo saggio sostengo che lo studio delle emozioni suscitate da ambienti naturali costituisce un terreno di indagine particolarmente adatto alla prospettiva pragmatica e interdisciplinare delle Environmental Humanities. In primo luogo illustro brevemente la polisemia del termine biodiversità e il duplice uso, scientifico e valoriale, che lo caratterizza fin dalla sua comparsa.  Successivamente, mostro come i concetti di valore intrinseco e valore strumentale compaiono nei documenti programmatici internazionali per la conservazione e il ripristino della biodiversità. Infine, a partire dal dibattito sviluppatosi in etica ambientale, delineo una nozione debole di valore intrinseco basata sulla struttura caratteristica di alcune emozioni.  

 

In this essay, I argue that the study of emotions aroused by natural environments constitutes a field of investigation particularly suited to the pragmatic and interdisciplinary perspective of the Environmental Humanities. First, I briefly illustrate the polysemy of the term biodiversity and the dual use, scientific and value-based, that has characterised it since its emergence.  Next, I show how the concepts of intrinsic value and instrumental value appear in international policy documents for the conservation and restoration of biodiversity. Finally, starting from the debate developed in environmental ethics, I outline a weak notion of intrinsic value based on the characteristic structure of certain emotions.


Scopo del presente intervento è una riflessione (a partire da alcuni autori come Heidegger, Kojève e Marcuse) sulla condizione della filosofia all’interno dell’attuale contesto culturale e sociale. La tesi qui proposta è che, di fronte alle problematiche che attraversano le attuali società occidentali, la filosofia debba riscoprire il ruolo che era stato del pensiero critico (e che una particolare tradizione – da ultimo quella francofortese – le aveva riconosciuto), superando la distanza dai problemi del contingente, di cui la filosofia ha voluto fare, a partire da un certo momento storico, la cifra principale del suo esercizio.

 

Purpose of this essay is offer a reflection (starting from some authors such Heidegger, Kojève and Marcuse) on the condition of philosophy within the current cultural and social context. The thesis proposed here is that, faced with the problems affecting Western societies, philosophy must rediscover the role that had been played by critical thinking (in particular by the thinking of Frankfurt School), overcoming the distance from the problems of contingent, of which philosophy has made (starting from a certain historical moment), the main feature of its exercise.


Nei recenti anni, in filosofia della mente si è molto dibattuto su quale sia il modo più appropriato di intendere l’oggetto di studio e la pratica delle scienze cognitive, e, a tal proposito, una notevole eterogeneità di cornici teoriche si sono delineate in letteratura. Da molti questa situazione di disaccordo viene percepita come problematica, e una soluzione spesso proposta è quella di far riferimento, per dirimere le dispute, a un marchio normativo della cognizione, da intendersi come un insieme di condizioni necessarie che un processo deve rispettare per poter essere considerato “cognitivo”.  Nel presente saggio, argomenterò contro questa idea, mostrando come la proposta di un marchio siffatto sia inevitabilmente fallimentare. Inoltre, in alternativa, proporrò un quadro teoretico in cui la situazione di eterogeneità possa venire pacificamente accettata.

 

In recent years, within philosophy of mind it has been debated the best way to understand the subject and the practice of cognitive science, and, in this regard, a remarkable heterogeneity of theoretical frameworks have appeared in the literature. According to many authors, this situation of disagreement represents a problem, and a popular solution for resolving the disputes is to require a normative mark of the cognitive, i.e., a set of necessary conditions that a process must satisfy to be considered “cognitive”. In the present essay, I will argue against this idea, showing how any normative mark can’t be successful. Besides, I will propose a theoretical picture where the heterogeneity of the literature can be peacefully accepted.


In questo saggio è ricostruita la posizione di Giovanni di Napoli sul principio di individuazione, situata in due Questioni quodlibetali, con un’attenzione particolare per le fonti da lui utilizzate. Sono prese in esame tre fonti suggerite da P. T. Stella in un saggio del 1951, delle quali è valutata l’attendibilità, e viene infine proposto un confronto tra la posizione di Giovanni e quella di Roberto di Orford nel Correctorium corruptorii. Sciendum, indicando la letteratura dei Correctoria come probabile fonte primaria.

 

In this essay we examine John of Naples’ position on the principle of individuation by analyzing his solution of two Quodlibetal Questions, and discuss John’s potential sources. First we evaluate the sources proposed by P. T. Stella in a study of 1951, and then compare John’s position with that of Robert of Orford in his Correctorium corruptorii. Sciendum. This work, and more generally the tradition of the Correctoria, seems to be John’s primary source on the issue of individuation.