Antichità e Filologia

In linea con quanto promosso dalla rispettiva Sezione di appartenenza Antichità, Medioevo e Rinascimento, questa sezione accoglie contributi scientifici che incoraggino la ricerca scientifica e la didattica universitaria, a livello nazionale e internazionale, nell’ambito delle letterature antiche, della civiltà medievale, del movimento culturale umanistico e rinascimentale con particolare attenzione per i seguenti ambiti di studio:

  • epigrafia
  • filologia classica
  • lingue e letterature greca e latina
  • papirologia
  • storia greca e romana
  • geografia storica del mondo antico
  • letteratura cristiana antica
  • filologia dantesca, italiana, medievale e umanistica
  • teorie generali della critica del testo

I temi oggetto di indagine sono studiati in una prospettiva storica e filologica-letteraria, non senza avvalersi di metodologie e strumenti informatici e digitali. Per maggiori informazioni sulle collaborazioni esterne della Sezione di appartenenza e sui progetti condotti al suo interno, visita la sua pagina di presentazione.

3 articoli totali

Abstract


I dibattutissimi vv. 650-4 degli Acarnesi, ove l’affermazione secondo cui i consigli di Aristofane aiuteranno Atene a vincere la Guerra del Peloponneso mal si accorda con l’atteggiamento pacifista dell’autore, con ogni probabilità alludono alla leggenda sull’origine ateniese di Tirteo, che ben potrebbe essere più antica del IV secolo.


The much disputed vv. 650-4 of Acharnians, where the statement that Aristophanes’ advice will help Athens to win the Peloponnesian War seems hardly consistent with the playwright’s pacifist attitude, in all likelihood allude to the ancient tale of Tyrtaeus’ Athenian origin, which may well be older than the fourth century.


Abstract


L’articolo intende portare nuovi contributi all’interpretazione di un luogo famoso dell’Ars poetica di Orazio (323 ore rotundo...loqui) in cui il poeta esprime apprezzamento e ammirazione nei confronti dei Greci per le loro nobili attitudini e le eccellenti realizzazioni sul piano artistico e linguistico-letterario. Qual è il preciso significato nel contesto oraziano? Quali sono i precedenti greci e/o latini di una formula destinata, come tante altre incisive espressioni del poeta, ad assumere valore di proverbio? Quale ne è stato l'impiego nella significativa ricezione umanistica e quali eventuali slittamenti di senso ha comportato? In particolare ci si sofferma su aspetti trascurati della terminologia retorica e critico-letteraria come volubilis/volubilitas, in relazione all’asianesimo e alla poetica dell’ispirazione divina.


This paper intends to make new contributions to the interpretation of a famous passage in Horace's Ars poetica (323 ore rotundo...loqui) in which the poet expresses his appreciation and admiration of the Greeks for their noble attitudes and excellent achievements in the artistic and linguistic-literary spheres. What is the precise meaning in the Horatian context? What are the Greek and/or Latin precedents of a formula destined, like so many other incisive expressions of the poet, to take on the value of a proverb? What was its use in the significant humanistic reception and what shifts in meaning did it entail? In particular, we focus on neglected aspects of rhetorical and critical-literary terminology such as volubilis/volubilitas, in relation to Asianism and the poetics of divine inspiration.



Abstract


Questo articolo offre note critico-testuali e nuove emendazioni a tre passi, Polyb. 7, 7, 7, Sen. Phae. 558, Ulpian. 1 ad edict. (Dig. 11, 4, 2 = Lenel, Paling. 185); mostra, inoltre, che il Ludus septem sapientum di Ausonio ha tra i suoi modelli letterari Phaedr. 5, 7 Z., e che Auian. fab. 9, 21 deriva da Catull. 115, 7.


This article offers critical remarks and new emendations on three passages, Polyb. 7, 7, 7, Sen. Phae. 558, Ulpian. 1 ad edict. (Dig. 11, 4, 2 = Lenel, Paling. 185). It also shows that Ausonius’s Ludus septem sapientum has among its literary models Phaedr. 5, 7 Z., and that Auian. fab. 9, 21 derives from Catull. 115, 7.