Valerio Magrelli è uno dei più importanti scrittori italiani della nostra contemporaneità. La sua prima raccolta poetica, Ora serrata retinae, esce nel 1980 (e poi, a seguire, Nature e Venature, Esercizi di tiptologia, Didascalie per la lettura di un giornale, Disturbi del sistema binario, Il sangue amaro). Ma nel 2003 pubblica un libro in prosa, Nel condominio di carne, che segna inesorabilmente un momento di svolta per Magrelli, aprendo all’autore anche le vie della narrativa (si pensi a La vicevita, Addio al calcio, Geologia di un padre). Un testo davvero bizzarro, centaurico, tra prosa e poesia. Questa “prosa” sembra apparire “liberata” su due diversi piani: svincolata da qualsiasi tipo di convenzione propria dei generi della narrativa e, al contempo, espulsa fisiologicamente dallo scrittore, come una sua creatura scatologica.
Valerio Magrelli is one of the most remarkable italian writers of our times. His first collection of poems, Ora serrata retinae, came out in 1980 (and then he published Nature e Venature, Esercizi di tiptologia, Didascalie per la lettura di un giornale, Disturbi del sistema binario, Il sangue amaro). But in 2003 he published a book in prose, Nel condominio di carne, which inexorably marks a turning point for Magrelli and opened the universe of prose up to its author (just think of La vicevita, Addio al calcio, Geologia di un padre). A really bizarre work, centaurian, between prose and poetry. This “prose” appears to be “liberated” on two different levels: because on the one hand it is stranger to every norm of traditional novels and on the other it is physiologically expelled by the author himself, almost as if some sort of eschatological creature.
Proponho uma análise hermenêutica da concepção lírica da poesia de Teixeira de Pascoaes (1877-1952), poeta representativo do alto romantismo português, e de Vita Nuova de Dante Alighieri (1265-1321), lido por Auerbach como um criador do romantismo. Respeitando as idiossincrasias autorais, a exegese fundamenta-se num tópico bifurcado que perpassa a legião dos poetas líricos, a saber: a invenção do amor, através da distinção entre «amor amante» e «amor criador», e da figura da mulher amada, Beatriz e Eleonor, respectivamente. Esta distinção permite entender Dante e Pascoaes como dois realistas do desejo e o amor como o protesto mais sério contra a morte.
I propose a hermeneutic analysis of the lyrical conception of the poetry of Teixeira de Pascoaes (1877-1952), a representative poet of high Portuguese romanticism, and of Vita Nuova by Dante Alighieri (1265-1321), read by Auerbach as a creator of romanticism. Respecting authorial idiosyncrasies, this exegesis is based on a bifurcated topic that runs through the legion of lyrical poets: the invention of love, through the distinction between «loving love» and «creational love», and the figure of the beloved women, Beatriz and Eleonor, respectively. This distinction allows us to understand Dante and Pascoaes as two realists of desire, and love as the most profound protest against death.
L’articolo ripercorre le fasi essenziali dal lungo viaggio (durato poco più di sessant’anni) compiuto da Giorgio Luti nel cuore della cultura letteraria fiorentina e italiana del Novecento, senza normative distinzioni tra l’esercizio della critica militante e quello del magistero universitario, che ha coinvolto scolari di più generazioni. Prendendo le mosse dagli anni della sua formazione alla scuola di Giuseppe De Robertis e della collaborazione a giornali e riviste come Il Mattino dell’Italia Centrale e Inventario, viene ricostruita la fisionomia di uno studioso che, con i suoi scritti sulle riviste letterarie del Novecento, su D’Annunzio, Svevo, Tozzi, è stato tra i padri fondatori della critica della letteratura contemporanea.
The article retraces the essential stages of the long journey (lasting just over sixty years) undertaken by Giorgio Luti in the heart of Florentine and Italian literary culture of the twentieth century, without standardizing distinctions between the practice of militant criticism and that of university teaching, which has involved pupils of multiple generations. Starting from the years of his education at Giuseppe De Robertis's school and his collaboration with newspapers and magazines like Il Mattino dell’Italia Centrale and Inventario, the profile of a scholar is reconstructed who, with his writings on twentieth-century literary magazines, on D'Annunzio, Svevo, and Tozzi, was among the founding fathers of contemporary literary criticism.
Il fascino e l’attenzione dei portoghesi verso le culture estremo-orientali (cinese e giapponese) risale al periodo dei viaggi marittimi (XV-XVI secolo). Da lì in avanti, fino all’epoca a noi contemporanea, vari poeti portoghesi si sono ispirati a elementi estetici o filosofico-religiosi della cultura cinese o giapponese, oppure hanno tradotto in lingua portoghese poesie cinesi o giapponesi. Nel presente lavoro intendiamo illustrare le fasi più salienti della ricezione del genere poetico giapponese haiku in Portogallo e Brasile, cercando di capirne i motivi e di mettere in risalto alcuni poeti portoghesi e brasiliani che hanno rivisitato, più o meno fedelmente, lo haiku giapponese.
The attraction and attention of the Portuguese to the eastern cultures (Chinese and Japanese) dates back to the maritime travels period (15th-16th centuries). From then on our contemporary age, many Portuguese poets were inspired by Chinese or Japanese aesthetic or philosophical-religious elements, or else they translated Chinese or Japanese poems into Portuguese language. The following work aims to present the most important moments regarding the reception of Japanese haiku genre in Portugal and Brazil, trying to understand the reasons and highlighting some Portuguese and Brazilian poets who more or less accurately revisited Japanese haikus.
Il presente contributo ha per tema il nesso concettuale labirinto-inferno. Muovendo brevemente dalla sua origine arcaico-mitologica e assumendone la successiva declinazione cristiana, l’articolo approfondisce poi più propriamente la traduzione secolarizzata e in termini di fantasmagoria dello stesso. Ciò a partire dall’avvento della seconda modernità, quindi dalla transizione al capitalismo avanzato e attraverso autori di riferimento quali i surrealisti Louis Aragon e André Breton, Roger Caillois, Walter Benjamin. Infine il testo propone un’attualizzazione dell’idea labirintico-infernale nel contesto categoriale delle analisi del postmoderno fino allo scenario contemporaneo, interrogando alcuni dei problemi principali posti dalla rivoluzione digitale, la relazione immagine-realtà, le oscillazioni tra il catastrofismo tecnofobico e le utopie accelerazioniste, il dissolvimento delle fantasmagorie del presente.
This contribution deals with the conceptual nexus of the labyrinth and hell. Starting briefly from its archaic-mythological origin and assuming its subsequent Christian declination, the article then delves more specifically into its secularised translation and in terms of phantasmagoria. This starts with the advent of modernity, then the transition to advanced capitalism and through reference authors such as the surrealists Louis Aragon and André Breton, Roger Caillois and Walter Benjamin. Finally, the text proposes an actualisation of the labyrinthine-infernal idea in the categorical context of the analyses of postmodernism up to the contemporary scenario, questioning some of the main problems posed by the digital revolution, the image-reality relation, the oscillations between technophobic catastrophism and accelerationist utopias, the dissolution of the phantasmagorias of the present.